Pigra da scoprire – Con Garibaldi e le streghe dal “Casón” al Belvedere

Raggiungibile in pochi minuti da Argegno con la funivia, oppure in auto da San Fedele Intelvi, Pigra è un panoramico balcone sul Lago di Como a circa 900 metri s.l.m.

Il centro del paese presenta, quale testimonianza di un’antica tradizione d’arte diffusa in tutta la Valle Intelvi, caratteristici portici, bifore, voltini, pittoresche viuzze, scalinate e  la bella fontana di San Rocco, in perfette condizioni, poco lontano dall’omonimo oratorio sorto nel 1500 contenente affreschi del 1600 e una statua lignea di San Rocco di autore seicentesco.

A valle del borgo sorge la parrocchiale di Santa Margherita, d’origine romanica che conserva interessanti tele e stucchi sei-settecenteschi ed un altare in scagliola, unico nel suo genere, infatti, la lavorazione continua anche sui lati.

Di fronte al Municipio si trova il vecchio lavatoio “Panée con due vasche separate, quella per lavare e quella in cui si “resentava”  che serviva per risciacquare i panni; un centinaio di metri più avanti, invece, lo stabile della Società Operaia “Il Cason”, una Società di Mutuo Soccorso fondata nel 1877 alla quale aderì anche Garibaldi, come è testimoniato da una lettera conservata presso l’archivio della società stessa. Nel “Casone” al piano terreno ebbe sede la Latteria Sociale, al primo piano la Sala del Teatro e delle Feste (sono in pochi ormai a ricordare che Pigra possedeva costumi e scenari molto belli purtroppo andati persi durante un incendio nel 1929), al secondo piano invece le aule della Scuola e dell’Asilo e l’Archivio. Quest’ultimo è stato recentemente restaurato dai soci dell’Associazione Amici di Pigra che si sta attivando anche per la creazione di un Museo degli antichi mestieri, Aquadù”, in alcuni locali della Società Operaia e ha realizzato la cartellonistica d’un percorso di visita del paese intitolato “Pigra da scoprire”.

Il percorso, che parte dal piazzale della funivia, sale verso il Panée e Piazza San Rocco e ha come punto di arrivo il piazzale della chiesa di Santa Margherita, offre un’interessante variante all’altezza del primo rondò. Qui sulla destra si snoda, infatti, un sentiero ben segnalato che conduce, in circa venti minuti di lieve discesa in mezzo al castagneto e ai prati, al “Belvedere”, uno splendido terrazzo naturale dove incantevole ed unica è la vista sulle Grigne, sui tre rami del Lario con il promontorio di Bellagio, la punta di Làvedo e l’Isola Comacina. Il luogo in passato fu sicuramente punto di vedetta militare, come testimoniano i resti di una torre e tratti di muro di una fortificazione medioevale (oggi inglobati nella proprietà di una villa risalente ai primi del novecento che si trova all’inizio del percorso), sorta probabilmente sui resti di una costruzione romana.

Il sito merita di certo una visita non solo per la sua posizione estremamente panoramica, ma anche a causa delle leggende ivi fiorite nel corso dei secoli quali principalmente quelle della strega scottata e del “gal basalisch” (basilisco).

La prima ci racconta per l’appunto di una strega locale che, lasciato il “Belvedere”, suo quartiere generale, era solita raggiungere il villaggio di Torriggia e sedersi su di un grosso masso dal quale con grida spaventose ed agghiaccianti terrorizzava la popolazione. I maggiorenti del luogo riuscirono alla fine a scacciarla dopo aver arroventato il suo sedile di pietra con un falò di fascine. La strega scottata abbandonò l’abitato gridando: “Scota cü, scota cò, turnaroo mai più chilò” e ritornò nella sua capanna al Belvedere di Pigra.

Quanto al “gal basalisch”, pare si tratti di un animale fantastico, una sorta di grosso lucertolone crestato, con protuberanze che potrebbero far pensare ad un accenno d’ali, il quale emetterebbe fischi mentre compie prodigiosi balzi. Molti sostengono d’averlo visto (un’anziana del paese  giurava d’averlo incontrato ben tre volte al Piz Curnà, giò Piazz e dènt a mezza cavala) e alcuni decenni or sono fu istituita una taglia-compenso per la cattura e la consegna dello stesso, peraltro senza nessun riscontro. Presenze inquietanti dunque, contro le quali la popolazione, in tempi ormai lontani, ogni anno ripeteva riti propiziatori della benevolenza divina organizzando processioni che si snodavano lungo un itinerario ben preciso che veniva a toccare sette croci, una delle quali per l’appunto era stata innalzata sotto il “Belvedere”.

Ogni stagione è buona per godersi questa passeggiata che è alla portata di tutti e consente talvolta di vedere caprioli e cervi che popolano i boschi tra Argegno e Pigra, con il benestare di due simpatiche mascottes, il cinghiale “Farloc” e il cervo “Marendon”, che attendono i bambini nel piazzale della funivia.

©Rosa Maria Corti

Foto di Paolo Priori – Foto Idea